Curiosità e leggende sull’olio e sull’olivo

Le origini

L’Olivo, secondo una ipotesi accreditata, proviene dall’Asia centrale e nel corso di tre-quattro millenni si è acclimatato, riprodotto e diversificato diventando una delle piante più diffuse.

Una pianta sacra

Secondo la mitologia greca fu Atena a piantare in Grecia l’olivo in una disputa con Poseidone per il possesso dell’Attica. Ecco perché gli olivi furono considerati sacri (oltre che emblema di castità). Non solo era proibito bruciarne il legno, ma si puniva severamente chi li danneggiava. Perfino gli Spartani, quando saccheggiarono Atene, li risparmiarono temendo la vendetta degli dei.

Simbolo di sapienza

Essendo sempre verde l’olivo è stato preso come simbolo della sapienza che rivela la via della Giustizia (nella Bibbia ci sono tantissime citazioni). Sempre nella Bibbia è indicato come simbolo di vita e di speranza. L’olio, oltre che alimento vitale è anche elemento della consacrazione, segno di benedizione, fonte di luce, lenisce le piaghe, fortifica gli ammalati, rende splendente il corpo, onora l’ospite.

L’Olivo in Italia

In Italia sono coltivati a oliveto un milione e 200 mila ettari e vivono almeno cento milioni di piante di olivo; l’olivicoltura coinvolge circa un milione di famiglie. L’olivo è coltivato in quasi tutte le regioni italiane (sia pure con diverse estensioni) ad eccezione della Valle d’Aosta e del Piemonte, anche se quest’ultimo ospita le sedi di importanti selezionatori e imbottigliatori che commercializzano prevalentemente prodotti liguri.

Patrimonio genetico

L’Italia ha nell’olivo il più importante patrimonio genetico al mondo. Studi recenti distinguono e descrivono in Italia 538 varietà, il 42% del patrimonio mondiale. La Spagna (primo produttore al mondo) ha il 14%, la Francia il 7%, la Grecia il 4%, Turchia e Tunisia il 3,5%, ecc.

Le Marche terra di mezzo

Le Marche – come diceva Leopardi – sono una terra di mezzo “dove i venti freddi del Settentrione si rimescolano con quelli caldi del Meridione”. E secondo il poeta anche “gli ingegni sogliono essere maggiori e più svegliati e particolarmente più acuti”. Le zone di mezzo (o di confine) sono le più adatte per la coltivazione dell’olivo. San Marcello (circa 130 metri di altezza e 10-15 chilometri dal mare) è luogo fra i più vocati ed è uno dei Paesi che fanno parte delle “Città dell’olio”.

Olivo segno di pace

Già nel mille avanti Cristo, secondo la Bibbia, la colomba che fa ritorno all’arca di Noé con un ramoscello di olivo nel becco è segno della ritrovata pace tra Dio e gli uomini.

Mitologia e leggenda

L’olivo è citatissimo nell’Odissea: il letto di Ulisse fu ricavato da una grossa pianta d’olivo, senza espiantarla, alla quale fu tolta la chioma. Ulisse vi costruì attorno la casa. Ulisse fu cosparso e lavato con l’olio. I ciclopi usavano bastoni e clave di legno d’olivo. Anche il bastone, grande quanto l’albero di una nave, conficcato nell’occhio del ciclope era d’olivo.

Medicina e sport

Gli atleti vincitori delle Panatenee ricevevano come premio denaro, medaglie d’oro e olio d’oliva ottenuto dagli olivi sacri ateniesi e contenuto in vasi finemente ornati e decorati. I corpi degli atleti erano massaggiati con olio d’oliva. In testa ai vincitori mettevano una corona fatta con rami di olivo. L’olio d’oliva era usato anche per diversi preparati medicamentosi.

Arma dei play boy

Anche la gente comune ungeva il corpo e i capelli con olio di oliva con aggiunta di profumi ed essenze ricavate da erbe e fiori. Il play-boy dell’antichità aveva sempre con sé un contenitore di olio profumato appeso al polso o alla cintura.

L’unto del Signore

La mirra offerta dai Re Magi a Gesù (indicata come l’unto del Signore) era semplicemente olio arricchito di aromi. Omero ci racconta che i morti erano adagiati su un letto di foglie di olivo e cosparsi d‘olio che, oltre ad avere una funzione purificatrice, serviva a impedire che la divinità si allontanasse dal simulacro. Gli Egiziani lo usavano per ungere i corpi e le teste dei morti da mummificare

L’uso nei Sacramenti

Nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme c’è la lastra dell’unzione sulla quale il corpo del Cristo fu cosparso di balsami. Su questa lastra ardono delle “lampade a olio” ognuna rappresentante una confessione religiosa. L’olio ancora oggi è utilizzato per i sacramenti: quello catecumenale per i battesimi, quello crismale per la cresima, quello unzionale per gli infermi gravi e ce n’è uno anche per l’ordinazione sacerdotale.